Intervista all' Ocean Freight Manager di Savitransport HQ, Marina Mancini
Oggi abbiamo fatto quattro chiacchiere sulle esportazioni via mare verso l’Australia con il nostro Ocean Freight Manager Marina Mancini, Savitransport HQ
L’Australia è da sempre un mercato di riferimento per noi e non ha deluso le aspettative neanche in questo ultimo anno e mezzo.
E’ vero, ci siamo trovati ad affrontare 18 mesi particolarmente difficili. La pandemia infatti, ha innescato una serie di eventi e messo in moto meccanismi che hanno provocato un mutamento complessivo e massiccio degli assetti marittimi e dei sistemi di gestione dei traffici marittimi in tutto il mondo. Fattori come la chiusura delle attività produttive, a partire da quelle cinesi nel febbraio 2020, non potevano non avere un impatto sul traffico marittimo. Si è rapidamente creata un’eccedenza di spazi e di vuoti che avrebbero dovuto essere riempiti da merce che non è stata prodotta e ciò ha indotto le compagnie marittime a cancellare molte partenze, ricorrendo ai c.d. Blank Sailing. Di segno diametralmente opposto è stata, invece, la richiesta crescente di trasporti da operare via mare collegata alla riduzione epocale del numero di voli di linea operativi. Di certo, infatti, c’è stata merce che non ha mai smesso di essere prodotta e trasportata e di certo alcuni settori merceologici sono addirittura cresciuti durante la pandemia, basti pensare ai settori farmaceutico e parafarmaceutico. Da qui è nato tutto un ripensamento sugli spazi, sul numero di navi in pooling sulle varie rotte, sulle rotazioni e sulle cancellazioni, che ha reso il compito di noi operatori marittimi sempre più complesso. Operazioni come la ricerca di uno spazio e la conferma di un booking, che prima richiedevano qualche decina di minuti, adesso impiegano ore, considerando che devono essere riprese in mano anche diverse volte, perché, ad esempio, la nave su cui avevamo prenotato ha accumulato ritardi ed il cliente ci chiede un’alternativa, oppure perché la nave ha saltato la call al porto in cui era previsto l’imbarco, o ancora perché a fronte di una nave on time non sono disponibili vuoti e le operazioni di carico devono essere rimandate.
Sotto un profilo tariffario le cose non sono andate meglio. Meno spazi e più richieste hanno fatto impennare il livello dei noli, per esempio sui servizi diretti che collegano l’Italia con Sydney e Melbourne tra dicembre 2020 e luglio 2021 si è registrato un aumento del 110%. Sicuramente una crescita meno contenuta di quella che si è registrata su altri mercati, tra cui spicca soprattutto quello delle importazioni dalla Cina. Inoltre, i costi dei noli sono divenuti variabili quasi mensilmente. Intendo dire che prima della pandemia i G.R.I. (General Rate Increase) per l’Australia erano sporadici, nell’orine dei due, l’anno come per gli U.S.A., mentre adesso le compagnie marittime informano sui costi dei noli quasi su base mensile, come in passato avveniva per il solo Fa East. E’ chiaro che l’incertezza sul livello a cui si attestano i noli al momento della spedizioni, non contribuisce al forecasting aziendale delle aziende esportatrici, che si sono sentite penalizzate.
Nonostante questi elementi di segno negativo, l’export dall’Italia verso l’Australia ha tenuto. Non a caso i servizi diretti, cioè le connessioni senza transhipment dall’Italia ai principali porti Australiani rappresentano rotte storiche che non sono mai venute meno. Va anche detto che l’Unione Europea è il secondo partner commerciale per l’Australia, dopo la Cina, e che nel 2019 la bilancia commerciale Italia-Australia è stata positiva per 4 miliardi di euro a favore dell’Italia con una crescita del +2,5% rispetto al 2018. Per La Savitransport sul versante delle esportazioni, l’Australia rappresenta da anni il secondo mercato per TEUS mossi. Le commodities spedite sono principalmente il traffico pesante dei macchinari per diversi settori e l’agro-alimentare, in cui olio d’oliva e vino la fanno da padrone. Quanto al settore agro-alimentare nel 2019 l’Italia si attestava infatti in 5° posizione tra i principali Paesi fornitori con un valore pari a circa 584 mln di euro ed anche come primo paese europeo. Per dare la parola ai numeri in Savitransport abbiamo registrato un +67% nel 2020, un + 126.06 nel primo semestre del 2021. In sintesi, nonostante le difficoltà, il mercato ha pienamente soddisfatto.
FTA – Free Trade Agreement
Per il futuro un ruolo centrale in termini di crescita dovrebbe arrivare dalla definizione del FTA (free trade agreement) l’accordo tra Australia e Unione Europea. Il 18 giugno 2018, Unione Europea ed Australia avevano avviato dei negoziati volti a raggiungere un FTA ambizioso, completo e conforme alle norme dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (World Trade Organization, WTO). Questo punta all’eliminazione degli ostacoli agli scambi di beni e servizi ed alla creazione di nuove opportunità economiche per le imprese e rientra nella strategia commerciale adottata nel 2015 dalla Commissione Europea, denominata “Commercio per tutti”. In termini di interscambio commerciale si stima che l’FTA abbia un valore di AUD$ 101 miliardi, quindi il suo impatto sarà un ulteriore stimolo alla crescita del già ben consolidato legame tra Australia ed Italia.