Il terminal di Yantian torna pienamente operativo
Dalle 00.00 del 24 Giugno 2021 il terminal di Yantian è previsto tornare pienamente operativo
E’ durata quasi un mese la crisi di YICT, lo Yantian Iternational Container Terminal, ovvero il terminal portuale più importante di Shenzen, capoluogo della provincia di Guangdong, a sua volta uno dei maggiori porti commerciali della Cina e, per esteso, trai più trafficati su scala mondiale.
Dal 21 Maggio l’operatività del terminal è scesa fino al 30%, secondo alcuni addirittura fino al 20%, rispetto alla sua ordinaria portata, poi dal 17 Giugno è stata annunciata una ripresa graduale della produttività. Vediamo i fatti che hanno portato al fermo del terminal. Dal 21 Giugno sono stati rilevati, tra Yantian e le città limitrofe, 100 casi di COVID-19 nella variante indiana. Nonostante si tratti in effetti di numeri piuttosto contenuti, considerando che la popolazione della provincia di Guangdong supera i 100 milioni di persone, le autorità locali hanno imposto immediatamente un rigido lockdown. Ai cittadini è stato chiesto di non lasciare le proprie case se non per necessità strette, per dare subito inizio ad uno screening di massa su 14 milioni di abitanti e altrettanto rigide misure di controllo sono state applicate nei confronti dei porti della provincia, infatti, inizialmente sono state bloccate le esportazioni e successivamente tutti gli equipaggi delle navi presenti in porto sono stati sottoposti a quarantena obbligatoria.
Conseguenze sui traffici marittimi
Quello che le legittime cautele da parte del governo locale hanno causato, è stato un rallentamento delle operazioni di carico-scarico da cui è dipeso un enorme ingorgo dell’ingresso del porto. L’ennesimo del 2021, che aveva già visto decine di navi incolonnarsi per entrare nei porti di Los Angeles e Long Beach a Febbraio, il canale di Suez ostruirsi a causa dell’incagliamento della porta container Ever Given a Marzo e che aveva fatto registrare il record di mancate partenze, port calls saltate ed era stato segnato da una grave mancanza di contenitori vuoti. Si stima che nei primi 14 giorni sì siano rimaste ferme 357.000 container al ritmo di 25.000 al giorno. Le navi si sono trovate a stare ferme anche 5 giorni prima di riuscire a ripartire. In conseguenza di questi ritardi, molte compagnie hanno deciso di saltare la chiamata di Yantai e rivolgersi ai porti vicini. Purtroppo però l’entità del tappo formatosi a Yantai ha rapidamente contagiato anche questi ultimi.
Conseguenze sul caro noli
Appare chiaro che uno snodo così importante deve operare bene, affinché vi sia un corretto funzionamento dell’intero commercio mondiale. Yantian è infatti responsabile di 1/3 del commercio estero del Guandong e di 1/4 dell’intero commercio cinese con gli Stati Uniti d’America. Il Financial Times riporta che questa situazione potrebbe influenzare i costi delle esportazioni della Cina e intaccare di conseguenza anche quelli delle importazioni negli Stati uniti e in Europa.
Ancora una volta i traffici marittimi si trovano a fronteggiare il c.d. effetto farfalla per cui, nell’ambito di un contesto economico globale, le crisi nei sistemi logistici locali diventano crisi globali e ciò che accade a distanza di migliaia di chilometri si ripercuote e genera conseguenze tangibili anche dall’altra parte del mondo.
“Può, il batter d’ali di una farfalla in Brasile, provocare un tornado in Texas?”, con questa domanda esordiva Edward Lorenz nella conferenza tenuta nel 1972. Nella logistica sappiamo che la risposta è positiva.